Outlook WK 22/11 – 29/11
Oil: Il Brent estende le perdite inanellando un’altra settimana con chiusura in territorio negativo. Il future benchmark ha aperto il lunedì della settimana scorsa a 81,92 $/bbl e chiuso il venerdì a 78,89 $/bbl in calo del 3,7%.
I prezzi del petrolio hanno toccato i minimi da sei settimane durante la settimana passata dopo che l’amministrazione Biden ha chiesto ad alcune delle principali nazioni consumatrici di petrolio, tra cui Cina, India e Giappone di considerare il rilascio di parte delle loro riserve strategiche, in uno sforzo coordinato per abbassare i prezzi e stimolare la ripresa economica.
Una contromisura alla posizione dell’Opec+ che ha scelto di non accelerare il ritmo delle sue forniture nonostante le richieste americane. I dati EIA della passata settimana hanno mostrato una diminuzione di -2,1 mln di barili di greggio a 433 mln, in controtendenza rispetto le attese del mercato che prevedevano un aumento di 1,398 milioni di barili. In diminuzione anche le riserve strategiche di petrolio USA a 606,1 mln di barili (-3,2 mln).
A pesare sui prezzi del petrolio anche il nuovo aumento dei casi di coronavirus che minaccia la ripresa economica.
Rimane sostenuto il dollaro con la Fed che valuta la possibilità di aumentare i tassi prima del previsto, mentre continuano a spingere i mercati azionari con gli indici europei e quelli americani che aggiornano i massimi storici.
Outlook bearish.
Power: In aumento i prezzi power lungo tutta la curva durante l’ultima settimana. Il cal ahead italiano ha chiuso in rialzo del 7,4%, la Francia del 14,5% e la Germania del 6,3%. In forte rialzo anche i prodotti con maturity più ravvicinata: in Italia il month ahead ha chiuso in salita del 12,2%.
I prezzi power hanno seguito il trend di crescita espresso dai combustibili e sono stati favoriti dall’ascesa delle quotazioni CO2 hanno toccato i massimi di sempre poco sotto i 70 €/t con un rialzo del 9% su base settimanale.
Il mercato delle emissioni è supportato dall’elevata domanda di carbone per la generazione termoelettrica, ma anche dai colloqui della COP26 volti alla riduzione dei livelli di inquinamento.
Sul mercato spot il PUN è aumentato in media di ben 31,95 €/MWh trainato dall’aumento del costo della materia prima con il PSV e il TTF in crescita tra i 13 ed i 14 €/MWh in media giornaliera. I prezzi infatti sono aumentati nonostante la stabilità dei consumi e la crescita della generazione rinnovabile. Le importazioni da Nord sono risultate in calo e rimpiazzate principalmente da generazione termoelettrica.
Per la settimana entrante è atteso un ulteriore incremento della produzione green e temperature in calo. Focus principale sarà però la disponibilità nucleare in Francia che sta dando segnali di peggioramento e le notizie su possibili nuovi lockdown.
Outlook bullish.
Gas: In aumento i prezzi gas durante l’ultima settimana. Il TTF Cal Ahead è salito del 6,9% e il Month Ahead del 10,8%. In forte recupero anche il carbone che avanza del 14,3%.
Ad infiammare il mercato del gas sono state le notizie relative al gasdotto Nord Stream 2 secondo cui la Federal Network Agency tedesca avrebbe temporaneamente sospeso l’iter per la certificazione di Nord Stream 2 AG come indipendente operatore di rete, perché non ancora organizzato in una forma giuridica compatibile con quella tedesca. Questa notizia ha alimentato le incertezze sull’approvvigionamento europeo invernale, in quanto gli operatori si attendono che la Russia aumenterà significativamente il suo flusso verso il Vecchio Continente solo quando avrà più certezze sull’approvazione del gasdotto. La Russia infatti, pur potendo aumentare il flusso attraverso altre frontiere come la Bielorussia e la Polonia, sembra aver stabilizzato i propri volumi e non ha acquistato ulteriore capacità nelle aste mensili per dicembre sul confine con l’Ucraina, che potrà comunque essere acquistata su base giornaliera.
Sul mercato spot ha inoltre inciso la notizia dell’interruzione del flusso sull’interconnector tra UK e il Belgio, che rimane fuori esercizio fino al 26 novembre e che risultava in import verso l’Europa, nonostante in questo periodo dell’anno di solito lavorasse dall’Europa verso il Regno Unito mentre in questa stagione invernale non aveva ancora mai spedito gas verso UK.
Gli stoccaggi continuano a muoversi in calo in linea al periodo: In Italia decremento di -3,6 Mmc/g e stabili ad un livello circa il 12,7% inferiori rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente, mentre in Europa calano di 20 Mmc/g circa il 26,7% inferiori rispetto lo stesso periodo dell’anno precedente. Durante la passata settimana i flussi gas in import sono risultati poco variati.
Per la settimana entrante sono attese temperature al di sotto delle normali in Europa e in Germania la generazione rinnovabile calerà di oltre il 50%.
Outlook rialzista.